LA VIA FARFENSE
Nel 898 d.c. l’Abate Pietro abbandona l’Abbazia di Farfa, nella Sabina laziale assediata dai Saraceni e si rifugia nella Marche. Costruisce una torre fortificata sul Colle Matenano, dove fonda l'oratorio turrito di S. Maria, divenuto poi, con il nome di S. Vittoria, avamposto e cellula madre della vasta espansione di Farfa nella regione. Nel 934 d.c. l’Abate Raffredo trasporta in quel luogo il corpo della santa martire romana Vittoria, da cui prese il nuovo nome il borgo fortificato di Santa Vittoria in Matenano. I monaci farfensi sviluppano il loro potere sul territorio circostante creando altri centri fortificati e dando particolare impulso alla agricoltura ed alla cultura. Nel 1357 si sviluppa il Presidato Farfense su ampie porzioni del territorio fermano, anche per cospicue donazioni, che fu l’anima dello sviluppo sociale, economico e demografico di molti paesi gravitanti su valli del Tenna, oltre che il polo attrattivo anche per le altre comunità benedettine preesistenti.
A Santa Vittoria in Matenano, il principale centro dei Farfensi nelle Marche, si può visitare il “Cappellone" ed una cappellina interna detta "Cappellina degli Innocenti" (costruzione gotica del 1368), affrescata probabilmente dal noto pittore Giacomo da Campli e dal suo allievo monaco-pittore fra Marino Angeli da Santa Vittoria nella seconda metà del secolo XIV. Subito sotto vi è la chiesa Collegiata-Santuario di Santa Vittoria dove è possibile ammirare la tela di S. Ghezzi del XVII e il sarcofago della santa martire sabina vissuta nel III sec. d.C.,trasferito nel 924. Montefalcone Appennino, compreso nei territori appartenenti al feudo farfense della vicina S. Vittoria in Matenano, divenne ben presto centro molto importante per il presidiato Farfense. Di origine farfense sono la Chiesa di S.Pietro in Penna e la Chiesa di San Giovanni Battista.
A Montelparo, l’attuale abitato sembra risalire ai primi anni del Medioevo, fondato dal longobardo Elprando. E’ possibile visitare le tre cerchie murarie e la porta del Sole con relativa torre, nonché la Chiesa di San Agostino che conserva un crocefisso ligneo policromo del XVI sec. e la chiesa quattrocentesca di forme gotiche di San Michele Arcangelo del XIII sec. con un affresco datato 1527.
A Petritoli la tradizione vuole che sul colle di S. Maria in Leveriano, oggi santuario della Madonna Liberata, si siano stabiliti dei monaci farfensi, che vi abbiano fabbricato una piccola chiesa e che abbiano lavorato quei terreni fino all’Aso. Entro la chiesa infatti v’è ancora un piccolo trono, sul cui cielo è dipinto lo stemma di Farfa. Sull'altare maggiore è collocato il dipinto della Madonna della Liberata, datato 1529 dal fermano Giovanni Battista Morale. Nella composizione sono raffigurati i santi Sebastiano e Rocco, protettori contro la peste. Sotto il trono è dipinta la testa decapitata di san Giovanni Battista su un piatto dorato.
Ortezzano. Nel 787 d.C. Carlo Magno concesse all’abbadia di Farfa il possesso di S. Marina de Ortatiano. Il fiume Aso ha costituito il punto centrale del dominio farfense e S. Marina di Ortezzano viene ricordata nelle Chronicon Farfense per la sua torre altissima che si elevava sulla curtis, di fondazione romana.
A Montegiorgio la chiesa di San Francesco, un tempo Santa Maria Grande,di stile gotico-romano, databile intorno al XIII secolo, con l'annesso monastero, apparteneva ai Farfensi e venne ceduta nel 1263 dall'abate Peregrino ai frati minori conventuali di San Francesco.Conserva un magnifico portale di travertino del 1325, opera del maestro Gallo..
Ponzano possiede una pregevole chiesa medievale, quella di Santa Maria Mater Domini, conosciuta come chiesa di San Marco, edificata nel XII secolo su una preesistente struttura del VI-VII secolo, dai monaci farfesi.Durante il dominio longobardo, il duca Faroaldo di Spoleto, aveva donato questo territorio ai monaci dell'abbazia di Farfa.